Covo

Il covo si trova nella baraccopoli di San cristobal, Maracay, in una zona periferica divenuta disabitata dopo una violenta epidemia di Tifo 2 seguita da un allagamento persistente, dovuto al cambio del corso di un fiume paludoso indotto dal bombardamento durante la guerra. Apparteneva a una vecchia banda locale, che oramai non esiste più, costruito con della tecnologia rubata a un trasporto di un'azienda della zona centrale della città.

Per arrivare al primo ingresso bisogna passare attraverso una quantità innumerevole di vicoli e vicoletti allagati, dove non è possibile seguire le tracce e dove sicuramente ci si ritroverà a girare in tondo a meno di non usare come guida dei segni particolari sui varie parti delle baracche disabitate, che soltanto chi già conosce il loro significato può riconoscere in quanto tali.
L'ultimo segno è sulla porta di una vecchia baracca costruita su una zona leggermente dal suolo allagato, dove al suo interno si può trovare un letto e un fornello. Dietro il letto, nascosto da una finta mattonella, vi è un un rilevatore di scanner retinico e d'impronte digitali.
L'identificazione dell'account permette l'apertura della una serratura di una botola che si trova sotto il letto. Essa conduce a delle scale che s'infossano nel terreno umido, fino a una profondità di un paio di livelli sotto l'acqua, che si concludono in un vicolo cieco. Per aprire la porta nascosta bisogna digitare un codice di sei caratteri alfanumerici su un tastierino che diventa visibile unicamente girando una porzione dell'ultimo gradino della scala.

Il covo vero e proprio è composto da quattro stanze più un bagno.
La stanza più grande è adibita a sala comune, con un angolo cottura che funziona tramite una scorta di bombole di gas, un grande tavolo e un paio di divanetti mangiati dall'umidità.
La seconda stanza è adibita a dormitorio comune che può arrivare ad ospitare al massimo una decina di persone, collegata ad piccolo bagno. L'acqua è resa potabile da un depuratore interno che filtra l'acqua superficiale, l'aria viene presa da dei bocchettoni nascosti tra le varie baracche e l'elettricità è garantita da dei generatori interni. Se rifornito, il covo può sostenere la sua massima capienza abitativa per circa due mesi.
La terza stanza è la più piccola ed è adibita ad infermeria d'emergenza, con un paio di letti e una cassa con alcuni medicamenti di primo pronto soccorso, ma nulla di più.
La quarta stanza ha la porta è sigillabile, sia dall'esterno che dall'interno,  con una combinazione numerica. Vi sono presenti un paio di deck di vecchia generazione, ma con l'accesso criptato alla rete cortex tramite un antenna occultata sul tetto della baracca, da dove inoltre si possono modificare gli account di accesso al covo. Inoltre vi sono collegati un paio di sensori con telecamera nascosta, posizionati tra le mattonelle delle baracche adiacenti, in grado di rilevare movimenti sospetti nell'intorno.

Sempre dalla quarta stanza è possibile accedere a un tunnel di fuga scavato sotto la baraccapoli disabitata che si dirama a circa centro metri dal covo. Il primo sbocco si trova all'interno di un grande albero cavo delle paludi circostanti, al cui interno si può occultare anche un piccolo hovercraft. La seconda uscita sbocca invece al limitare della Maracay centrale, all'interno di un piccolo magazzino inutilizzato.
Entrambi gli sbocchi possono fungere anche da entrate perchè accessibili dall'esterno con un lettore d'impronte digitali.